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Intervista di fine stagione con Paolo Cosimi

La stagione 2017-2018 è ormai alle spalle e abbiamo tracciato un bilancio della stagione appena trascorsa con Paolo Cosimi, coach dell’Under 16 Elite del Follonica Basket. - 2 anni a Follonica con il gruppo dei 2002 passando dall’Under 15 Regionale all’Under 16 Elite, facci un riassunto di questo periodo. - Sono stati due anni costruttivi (spero) per i ragazzi ma anche per dato che ero da molto tempo lontano dal giovanile. Il primo anno è stato utilizzato per il miglioramento dei fondamentali individuali e per inculcare il concetto di gioco di squadra per togliere l’eccesso di individualismo che taluni si portavano dietro dalle annate precedenti. Il secondo è stato utile per un ulteriore passo avanti nei fondamentali e per iniziare ad introdurre la capacità di saper leggere il gioco ed inserire un minimo di tattica responsabilizzando maggiormente i ragazzi. Il primo anno abbiamo anche ottenuto anche dei buoni risultati agonistici mentre questo anno in Elite abbiamo sofferto soprattutto sotto il profilo psicologico contro squadre abituate a ritmi di gioco molto diversi rispetto al regionale. - Ci sono partite che ricordi con particolare piacere o rimpianto? - Le partite le vivi sul momento, gioisci o ti arrabbi per il risultato ma il pensiero passa velocemente alla gara successiva, agli allenamenti da preparare per non fare gli stessi errori; pertanto posso dirti che no, non ho una partita in particolare da ricordare però mi ha fatto piacere aver spezzato sia pure in amichevole la serie negativa di ben 8 sconfitte contro il Rosignano. Sono convinto che se rigiocassimo adesso il campionato con la squadra al completo i risultati sarebbero diversi grazie alla maggiore consapevolezza dei propri mezzi da parte dei ragazzi. - Quali sono stati i problemi più grossi che hai avuto e quali le soddisfazioni maggiori? - L’unico momento veramente critico è stato il momento in cui ho scelto chi avrebbe giocato nel Regionale e chi in Elite, purtroppo non sono riuscito a far capire a tutti che il collocamento in uno o l’altro campionato avrebbe portato benefici a tutti. Questo ha portato all’abbandono di due ragazzi di cui 1 rientrato e successivamente di altri due dopo la riunificazione del gruppo a causa della riduzione delle convocazioni e del minutaggio. Le soddisfazioni sono vedere applicato in partita un gesto tecnico che magari hai provato tante volte in allenamento oppure vedere all’allenamento facoltativo del martedì 8/9 ragazzi vogliosi di migliorarsi. - Che differenze hai trovato tra Regionale ed Elite? - Come prima cosa squadre più fisiche e tattiche con velocità maggiore sia di azione che di pensiero. In merito all’aspetto fisico la differenza, a parte Prato e Sinalunga con i lunghi sopra i 200 cm, il vero problema sono stati gli esterni in maggior parte già strutturati fisicamente e molti già con uno sviluppo fisico terminato rispetto ai nostri che hanno ancora margini notevoli di crescita, pertanto bene in prospettiva futura ma in difficoltà sull’immediato. A livello di gioco ho trovato una certa uniformità di gioco e un buon grado di capacità di lettura del gioco ma piuttosto bloccato in fase di costruzione con poca ricerca del contropiede e della transizione, infatti i punteggi in questa categoria sono stati mediamente bassi. - Il nuovo campionato Under 18 Eccellenza sarà su base nazionale con un massimo di 48 squadre, questo produrrà a cascata una serie di cambiamenti. Qual è la tua opinione in merito? - Penso sia giusto purché con gironi da 14/16 squadre per dare modo alle squadre di confrontarsi costantemente con gruppi di pari livello. E’ giusto a livello di Under 18 per coloro che hanno capacità e motivazione adeguata confrontarsi con atleti di livello per poi arrivare a selezionare che sarà in grado di avere una carriera importante tra i grandi. Certo, sarà un campionato costoso vedremo veramente chi tra le società di Serie A e di Lega 2 crede nei propri giovani e chi no. - Tornando in casa nostra, che prospettive vedi per il gruppo 2002? - E’ un gruppo con buone potenzialità tecniche e fisiche, che deve cominciare a pensare anche ad un lavoro fisico individualizzato, ad un aumento dell’intensità degli allenamenti e ad una maggiore presenza agli allenamenti. Non si diventa giocatori saltando il 30% degli allenamenti, se vuoi giocare seriamente devi saper organizzare il tempo per fare incastrare tutti gli impegni. Gli Under 18 devono allenarsi 4 volte a settimana come avviene dappertutto altrimenti si fanno le scampagnate che può andare bene ugualmente ma giocare a basket è un’altra cosa. Questa è la vera scommessa per questo gruppo. - Pensi che per alcuni di loro sia arrivato il momento di iniziare a “prendere contatto” con la Promozione? - Se un ragazzo dell’Under 18 non è in grado di stare in Promozione vuol dire che qualcosa nel settore giovanile di una società non funziona. Per la parte tecnica non credo che alcuni di loro avrebbero problemi mentre per la parte agonistica sarà sicuramente più difficile. Innanzitutto servirà umiltà e sacrificio per eventuali doppi allenamenti e doppie partite e solo chi guarda al proprio futuro cestistico. Tanti, anche bravi, non reggono ai fattori esterni (famiglia, scuola, amici, fidanzata) ma con la giusta motivazione diversi di loro potrebbero farcela. - Pensi che nel gruppo ci siano ragazzi che una volta terminato il percorso del settore giovanile possano restare nell’ambiente sotto altra veste? - A partire proprio dall’Under 18, alcuni di loro avranno meno spazio per giocare ma se amano il basket continueranno ad allenarsi iniziando un percorso per arbitri, istruttori, allenatori, refertisti rimanendo in un bell’ambiente dando una mano e guadagnando qualcosa. Follonica ha un bisogno disperato di queste figure e spero che qualcuno inizi a pensare a queste alternative già da ora senza aspettare la fine del percorso del percorso del settore giovanile. - Il tuo percorso a Follonica continuerà anche la prossima stagione? - Ne stiamo parlando cercando di capire quale possa essere la soluzione migliore. Ho trovato un buon ambiente che non ti mette pressione ma che ha a cuore il futuro dei ragazzi. Il problema più grosso son la gestione degli impianti che non dipendono dal Basket Follonica che non sempre ti consentono di lavorare come vorresti. - Grazie della lunga chiacchierata, Paolo. - Ti ringrazio anche io e spero che ci sia anche il prossimo anno la possibilità di farne altre.

Alessandro Babboni