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Conosciamo Stefania Luporini, la nuova assistent di coach Serventi

A distanza di 11 anni dall’ultima volta (Lidia Gorlin 2004-2008) la panchina biancorossa torna a tingersi di rosa. Accanto ai coach Serventi e Staccini sederà nella prossima stagione anche la giovane allenatrice delle Mura Spring, Stefania Luporini. Ventisei anni, studentessa di Ingegneria Chimica all’università di Pisa, Stefania entra da giovanissima nel mondo della palla a spicchi, cominciando col minibasket all’età di 5 anni. Terminata la carriera agonistica sceglie la via dell’arbitraggio raggiungendo anche la serie A2, infine l’opportunità di allenare con le Mura Spring, prima di ricevere la chiamata di coach Serventi… “Da 1 a 10 la telefonata del coach penso mi abbia sorpreso 100 – ride Stefania – la prima cosa che ho pensato è “Questo è un matto”, ma dopo averlo ascoltato con attenzione ho accettato subito sapendo che ci sarà da sgobbare ma che sarà una bellissima esperienza formativa. Serventi è un allenatore importante – continua Stefania – che lavora da moltissimo nel femminile dimostrando tutto il suo valore negli anni. Lui mi ha detto di tenere tantissimo alla crescita dell’ambiente nel suo insieme, compresa la base degli allenatori. La mia nomina è la dimostrazione che le sue non sono soltanto parole. Anche la scelta di Virginia Rossi come preparatrice segue proprio questo principio di crescita ambientale”. Come sarà passare dalle piccolissime alle senior? “È un’esperienza completamente nuova, seppure tramite l’arbitraggio sono molti anni che sono a contatto coi gruppi senior e onestamente da sempre segue le vicende del campionato. Credo che potrò togliermi delle soddisfazioni ma soprattutto imparare tanto dai coach Serventi e Staccini”. Dal punto di vista della preparazione delle gare, cambierà tutto rispetto a quanto fai ora… “Sulla preparazione alle gare mi sento abbastanza preparata, anche se in pochi lo sanno, la preparazione di una gara per un arbitro è molto simile a quella degli allenatori. Si guardano clip sulle squadre, si fanno focus sulle giocatrici che magari hanno più la tendenza a portare blocchi in movimento piuttosto che a fare passi in partenza, nelle gare di ritorno si guardano anche le singole marcature per limare gli errori, quindi dal punto di vista della conoscenza del video non sono proprio digiuna. È chiaro che cambiano gli obiettivi dei video preparati sulle altre squadre, ma i principi sono molto simili a quanto già facevo”. Sei quasi in fondo al tuo percorso di studi in ingegneria, pensi che ti possano aiutare in questo mondo? “Ingegneria chimica è una branchia tosta, mi mancano 5 esami alla specialistica, la pallacanestro è invece la mia grande passione. Sono due cose molto diverse tra loro ma in realtà credo che la pallacanestro sia uno sport per menti scientifiche quindi anche senza averci pensato troppo, per la verità, credo che i miei studi possano essere un valore aggiunto a quanto poi cerco di fare sul parquet. L’applicazione di uno schema di gioco richiede rigore, ad ingegneria ce ne insegnano anche troppo (ride)”. Invece com’è stato tornare di qua dalla barricata dopo aver fatto l’arbitro? “L’arbitraggio è un’esperienza per me conclusa, ma certamente è stata tra le più importanti che ho fatto nella mia vita e nell’ambito cestistico. Mi ha permesso di conoscere tantissime realtà e saperne molto di più di quando vestivo la divisa e tiravo a canestro”. Parliamo anche delle Spring, come valuti l’exploit della Under 14 alle finali nazionali? “Sono un bel gruppo, tutte molto inquadrate nella pallacanestro. Io personalmente ho visto la crescita di alcune, avendole avute sotto di me al minibasket, sono molto affiatate tra loro e tutte con molta passione per il gioco”. L’ultima domanda è per le tue giovani giocatrici, come stanno andando? “Onestamente sono proprio belline (ride). Abbiamo un gruppo esordienti di 19 bimbe del 2007/2008 che seguo da 3 anni. Sono molto soddisfatta di quanto stanno facendo e contenta di come stanno fra loro”.