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Troppa Reyer per un'OriOra poco combattiva: l'esordio al PalaCarrara è amaro

I lagunari si impongono con il punteggio di 97-69, con Pistoia che regge un tempo prima di sciogliersi. La Reyer Venezia sbanca con grande autorità il PalaCarrara, imponendosi al termine di una gara in cui Pistoia è raramente apparsa competitiva. Il 97-69 finale parla chiaro: la squadra lagunare è apparsa semplicemente un gradino sopra ai biancorossi, che dopo aver lottato nella prima metà di gara hanno alzato bandiera bianca nel terzo e, soprattutto, ultimo quarto. Pochi i rammarichi sul piano del risultato. Venezia, partita subito forte (6-14 dopo poco più di 5 minuti), non ha mai mollato la presa, nemmeno quando i ragazzi di coach Ramagli, con un bello sforzo collettivo, sono riusciti a tornare a un'incollatura (13-14). Tonut e la tripla di Bramos hanno gettato subito acqua sul fuoco del PalaCarrara, permettendo a Venezia di chiudere avanti di 6 (15-21) il primo periodo. Vantaggio che assume dimensioni importanti già in apertura di secondo quarto (19-30 a 7'10'' dall'intervallo lungo), con la OriOra che fatica troppo in attacco e in difesa non trova la necessaria intensità. Venezia quindi allunga ancora (23-37), ma i biancorossi riescono comunque a ricucire, almeno parzialmente: il canestro, sulla sirena, di Kerron Johnson fissa il punteggio sul 32-43. Gap netto, ma comunque tutt'altro che incolmabile. Il problema è che l'inizio di terzo periodo da parte di Pistoia è decisamente sottotono: i primi tre possessi offensivi della seconda parte di gara producono infatti, in rapida successione, una palla persa, un'infrazione di passi e una stoppata subita. La Reyer ringrazia e allunga fino al +15 (32-47), prima che coach Ramagli chiami il minuto di sospensione. L'emorragia non si arresta nemmeno dopo che il tecnico livornese ci ha parlato un po' su: sulla persa di Bolpin, Bramos trova la tripla del +16 (36-54), che diventa +19 (40-59) al 27'. La OriOra prova a scuotersi, firma un parziale di 8-0, ma il canestro sulla sirena di Tonut, dopo lo 0/2 ai liberi di Krubally, frustra sul nascere il tentativo di rimonta pistoiese. Il quarto periodo vede Venezia concedere ampio minutaggio agli italiani: Giuri e Mazzola si prendono la scena e così la squadra di coach De Raffaele riesce a mandare a punti tutti gli effettivi a referto. Pistoia getta la spugna e così la formazione lagunare dilaga, fino al +28 finale che per i biancorossi è il peggior scarto di sempre in serie A...

Il tecnico biancorosso analizza il ko con Venezia: "Loro sono forti, ma noi ci siamo lasciati indebolire dai nostri errori e questo non deve succedere". Non usa giri di parole Alessandro Ramagli per raccontare la partita contro la Reyer: "Arrivando in sala stampa -esordisce il coach- ho incontrato una decina di tifosi che mi hanno dato una pacca sulla spalla dicendomi di non mollare e di avere forza. Beh, se ci credono questi dieci, noi siamo autorizzati a giocare una partita remissiva come questa e a intristirci perché sbagliamo un tiro facile da sotto o prendiamo un canestro evitabile contro Venezia? Fa parte del gioco. Loro sono forti, ma non può accadere che noi ci indeboliamo a causa dei nostri errori. Il problema è che se ti abitui a farlo, e già avevo avuto alcuni sentori, poi questo tipo di atteggiamento te lo porti dietro anche in quelle partite che, a differenza di stasera, puoi anche provare a vincere. E' importante che questa partita ci insegni che noi dobbiamo essere quelli brutti, sporchi, cattivi che abbiamo dimostrato di saper essere anche in diverse partite del precampionato, perché questo è il nostro dna". Ramagli poi chiarisce ulteriormente il concetto: "Abbiamo finito il quarto periodo senza nemmeno essere andati in bonus: noi dobbiamo anche tirare due schiaffi, se serve. Se vogliamo che il pubblico ci sostenga e ci spinga, dobbiamo essere noi a dare qualcosa a loro: stasera in quelle due, tre folate che abbiamo avuto, i tifosi ci sono venuti dietro, perché è così che funziona! Ma se non c'è la voglia di combattere e ci spaventiamo di fronte alla montagna che abbiamo da scalare di fronte a noi, allora tutto diventa più difficile. Noi dobbiamo voler provare a scalare anche montagne come quelle di stasera, guardare sempre la vetta, non giù verso la valle, anche perché poi arriveranno magari montagne più basse, ma se non saremo abituati a scalarle, ci sembreranno troppo alte anche quelle. Dobbiamo risintonizzarci -conclude il tecnico- su quelle che sono le nostre frequenze: le nostre frequenze non sono quelle delle Final Eight, delle vittorie roboanti, sono quelle della squadra che deve combattere dal primo all'ultimo minuto. Quindi c'è da toglierci in fretta di dosso tristezza e negatività e giocare le partite, non limitarci a guardarle passivamente"!