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Giovanni Bassi saluta l'Use Basket

Adesso è davvero finita! Stasera dirigerò il mio ultimo allenamento da coach dell’USE, chiuderò il mio ufficio (per 4 anni la mia seconda, alle volte prima, casa) per l’ultima volta, riconsegnerò le chiavi e sarà davvero finita. Ieri sera Daniele (Sesino) mi ha chiesto come mi sentivo. L’ha letta negli occhi la mia tristezza. Mi conosce! Quanto ti ho urlato contro in questi anni: più ti urlavo e più tu crescevi e volevi competere; più ti urlavo e più ti volevo bene. Spero tu lo abbia capito… sono sicuro che lo hai capito. Racchiudere 6 anni in pochi righe? No, non sono così bravo. E rischierei di scordare persone o cose accadute, che invece sono state fondamentali. Quindi voglio ringraziarvi tutti, uno per uno, perché avete arricchito me e la mia famiglia e vado via da Empoli come una persona migliore. Questo non ha prezzo! Ringrazio la Società, tutta, per avermi dato non una, ma ben due opportunità straordinarie: una 6 anni fa, una 4 anni fa. Ognuno di voi meriterebbe una pagina tutta per se e anche se le parole non compariranno qui sapete tutti quello che provo per voi. Ringrazio Simone, per quella amicizia nata per caso al tavolo della Bis, scambiandoci opinioni sugli articoli del National Geographic e che poi si è consolidata negli anni, diventando sempre più vera. Ultimamente, forse, non vedevamo più le cose (cestistiche) nello stesso modo, ma questo ci sta in un percorso così lungo. Ciò non toglie la gratitudine, il rispetto e, soprattutto, l’affetto che ho per te. Sì, mi mancheranno anche le tue telefonate alle 7,30 di mattina con Aida in macchina mentre la portavi all’asilo. Che bello!!! Ringrazio tutti gli allenatori dell’USE. Non dimenticate MAI che il nostro è sempre un doppio compito: insegnare pallacanestro ed EDUCARE! Possiamo farlo… dobbiamo farlo. Ringrazio tutte le persone che sono il vero motore USE, quelle che lavorano nell’ombra tra segreteria, amministrazione, corridoi e pulmini, ma senza le quali le cose non si muoverebbero. Ringrazio tutto lo staff medico (presente e passato) per la serietà e la fiducia che mi avete sempre dimostrato. Non me ne vogliate , ma una persona di voi merita un qualcosa in più. Perché quando si pensa all’infermeria, ma di più, quando si pensa all’USE, non si può non pensare a NILO! Hai i tuoi modi (eufemismo), sei molto diretto (eufemismo) e non hai compromessi (super eufemismo) ed è per questo che mi sono così legato a te. Grazie per tutto quello che mi hai dato in questi anni. Per quello che mi hai detto nel mio ufficio, quando ti ho fatto sapere che sarei andato via: non lo dimenticherò mai. Ah, non dimenticherò mai nemmeno i tuoi peperoncini e le tue uova!!! Ma quelli tornerà a prenderli mia moglie, stanne certo. Ringrazio Carlo, Luca e Diego: se penso a quante cose abbiamo superato assieme solo mettendoci volontà, dedizione e passione, mi verrebbe voglia di scriverci un libro. Spesso dell’importanza delle persone ci si accorge davvero quando se ne vanno… penso che Carlo e Luca esemplifichino alla perfezione questo concetto. Spero di avervi dato 1/100 di quello che voi avete dato a me, siete persone di serie A (e professionisti da Serie A). Per finire con i ringraziamenti, ringrazio i miei giocatori. Sì, i miei! Vi sento parte di me, tutti, nessuno escluso. Sono stato tanto, tanto esigente con voi, ma non ho mai messo Giovanni davanti. Ho dato tutto quello che avevo, ogni singola stilla di sudore e energia, per voi!! Mai per me. Mi avete fatto emozionare, incazzare a livelli impensabili, gioire, piangere, non fatto dormire di notte quando vi avevo cazziato, per il dispiacere di averlo fatto. Le nostre strade (momentaneamente) si dividono, ma saremo sempre legati a doppio filo dalle due cose che davvero contano nei rapporti “sportivi”: LAVORO E AMICIZIA. E quando si hanno queste, niente può dividere, niente può far dimenticare. Sono orgoglioso di voi. Grazie ragazzi. Finito! Finito? No, mi dispiace. Abbiate pazienza, ma dopo i ringraziamenti, mancano delle scuse. Ci tengo a fare 3 scuse. Le prime sono per le persone che non mi hanno apprezzato, per quelle che non hanno mai voluto conoscermi davvero, per quelle che (pochissime), quando è stato annunciato che me ne sarei andato, hanno, in modo certosino, evitato di salutarmi: vi chiedo scusa! Davvero. Non in modo polemico, ma solo perché pensando in modo intellettualmente onesto, avrei potuto fare di più per farmi apprezzare, farmi conoscere e di conseguenza far sì che fosse stato piacevole salutarmi. Poi chiedo scusa a Sisco. Scusa se me ne vado, scusami davvero. L’ho capito dai tuoi occhi quando te l’ho detto (anche se un po’ sapevi e immaginavi) che ci sei rimasto male. Non c’è niente di peggio di rendersi conto di aver deluso l’amico al quale tieni più al mondo. Ho scritto amico, ma non basta: sei mio fratello, parte della mia famiglia. In 6 anni mi hai insegnato più di chiunque altro nella mia vita e sono davvero emozionato e onorato al pensiero di aver condiviso con te cose che vanno ben oltre un tiro, un blocco, una difesa sul pick&roll, o un rimbalzo d’attacco (oh, sia chiaro che con i rimbalzi d’attacco si vincono le partite), abbiamo condiviso la vita e ci siamo battuti con tutto quello che avevamo per valori nei quali oggi non crede più nessuno! Siamo dei moderni Don Chisciotte? Non lo so, io non credo. Credo anzi che di persone come te (vere, dirette, sincere, alle volte aspre, certamente di una intelligenza fuori dal comune) ce ne sia quanto mai necessità. Mi mancherai. Tanto! Mi mancherà la nostra quotidianità più di tutto. Se penso che allenerò senza potermi confrontare con te mi prende lo sconforto, quasi paura. “Cosa farebbe Sisco?”. Quante volte me lo sono chiesto alzando il telefono, o venendoti a cercare in questi anni. E ora? Speriamo bene, ma anche… Mai dire mai, no? Ti voglio bene Sisco Vorrei scusarmi, infine, con la mia famiglia. Quello che abbiamo condiviso e passato in questi anni lo sappiamo solo noi! Vi ho rubato tanto tempo (e ve ne ruberò ancora), ma mi avete sempre sostenuto. Anche quando c’era davvero poco da sostenere. La mia vera forza sietee sarete sempre voi, Francesca e Benedetta. I grandi pilastri della mia vita, la uniche persone alle quali devo le mie scelte e per le quali cercherò di alzare l’asticella della mia professione. Adesso ho finito davvero… Ciao USE, ciao mia amatissima LAZZERI, ciao ADEMARO (spero che da lassù tu possa essere orgoglioso di me) “NON FU DEGNO DI VIVERE CHI VISSE SOLO PER SE STESSO”

Coach Giovanni Bassi