24 lug 2017

Soundreef Mens Sana, Mele: “Nuovo patto per lo sport senese”

Un nuovo patto per lo sport senese e, più in generale, per la città. È quello auspicato e invocato da Pietro Mele, amministratore unico della Siena Sport Network, che ha acquisito il 34% della partecipazione societaria della Soundreef Mens Sana. La società biancoverde ha fatto pervenire a Mele, rientrato a casa dopo un delicato intervento al quale si è sottoposto lo scorso 6 Luglio, i più calorosi auguri per il percorso riabilitativo. L’ingegnere senese, una lunga militanza nel Costone e vicino ai colori biancoverdi negli anni ’80, ha seguito a distanza le novità degli ultimi giorni in casa Mens Sana. Ma che idea si è fatto? “È la conclusione di un percorso iniziato qualche anno fa, quando mi sono trovato coinvolto nella rinascita della Robur che – ribadisco – è il mio interesse primario e da quel momento di acqua sotto i ponti ne è passata. Dopo i primi contatti di febbraio, è stato trovato uno sponsor, è stato firmato un impegno economico per nuovi proventi pubblicitari, sono stati versati soldi nelle casse della società con la Siena Sport Network. Ora con l’Ad Bertoletti inizia la fase di gestione della Soundreef Mens Sana. Una gestione aziendale, con una mentalità nuova: è necessario agire in modo diverso dal recente passato, affinché si possa concepire una nuova visione dello sport a Siena”. In questo solco si inserisce anche la nomina del nuovo Presidente, Guido Bagatta: “Un bene avere persone di immagine come lui, che rappresentano un valore aggiunto. Ci sono asset collaterali, come questo, che possono portare indubbi benefici alla causa mensanina” spiega Mele. “Siena ha tanto bisogno di rilanciarsi con nuove regole e una nuova mentalità e lo sport, in questo caso il basket, è il mezzo giusto. Ma per questo rilancio è necessario un nuovo patto per una città abituata finora a vivere di prebende. Ora è il momento di ragionare e agire in modo diverso, di pensare di arrivare al successo attraverso un certo tipo di lavoro” prosegue. “So di risultare impopolare se dico che Siena oggi, nelle condizioni in cui è stata ridotta, non potrebbe permettersi più di una serie B nel basket e una serie D nel calcio. Ma questo non vuol dire che le categorie attuali non possono essere mantenute o migliorate. Salire di livello si può, ma bisogna programmare e questa programmazione deve essere fatta con una nuova visione generale e una nuova mentalità basata su un modello di gestione aziendale” sottolinea Mele. Un ruolo importante è anche quello dell’azionariato popolare, di cui Mele è stato precursore e convinto sostenitore fin dai tempi del fallimento della Robur targata Mezzaroma: “Resta il rammarico per un’occasione persa – ricorda -. Quando il Siena calcio ripartì da zero aveva costi di accesso irrisori e costi gestionali ben più consistenti. Così, durante l’era Ponte, cercai e riuscii a coinvolgere privati fino ad arrivare al 26%. Poi, l’eccessiva situazione debitoria, non permise una scalata ulteriore”. “Ma – aggiunge – questo modello era già stato applicato nel mondo del basket, come a Varese e Trento, ed è tornato utile quando si è presentato il rischio default della gestione 96% della Polisportiva. Mi chiamò Giangastone Brogi, che fu il reale promotore di tale struttura societaria innovativa alla quale collaborai inizialmente (sottoscrissi anche da tifoso), salvo poi dovermi allontanare per il caos che ha riguardato la Robur nel Luglio dell’anno scorso e che avrei voluto risolvere con il diritto di prelazione, negatomi. L’apprezzamento per il modello, comunque, resta intatto”. Oltre a uno sguardo al futuro, anche uno al passato. È lì, infatti, che affondano le radici del rapporto che lega Pietro Mele al basket e, in maniera più particolare, alla Mens Sana, ora Soundreef. “Per i ragazzi della mia generazione c’erano calcio e basket, ma a Siena soprattutto pallacanestro. Dopo gli anni del Costone in un paio di occasioni sono stato davvero vicino all’approdo nella prima squadra cittadina, ma saltò sempre tutto a un passo dalla firma”. Mele, però, ha indossato la maglia biancoverde sponsorizzata Antonini come ricordano anche degli scatti del 1981. “Era l’anno degli Europei, fu organizzato un campionato di Lega in coda a quello della Federazione e scesi in campo con Daviddi, Paolino Neri e un tale George Bucci…” spiega. Ora le strade di Pietro Mele e della Mens Sana sono tornate ad incrociarsi: “Il mio ruolo sarà indiretto e di garanzia: lavoro, sacrificio, passione e unità sono le chiavi per riportare la Soundreef Mens Sana in alto”.