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Gregorio Vanacore Saluta Il Don Bosco!


Aprile 2013. Seduto a tavola dopo pranzo mi arriva una chiamata: domani hai un allenamento per farti vedere al Don Bosco Livorno. Non credo ci sia da sottolineare che stiamo parlando di una delle migliori società di basket toscane, se non la migliore. Non avevo nulla da perdere, ma comunque avevo 11 anni e la pressione era inevitabile. Sono passati 7 anni di sacrifici, soddisfazioni e passione. Ho rinunciato a quelle che erano le abitudini più normali di un qualsiasi adolescente. Studiavo il sabato e la domenica perché durante la settimana mi allenavo il pomeriggio. Il sabato sera tornavo presto perché la domenica mattina alle 7 ero in piedi. Il lunedì sera tornavo alle 3 da Roma e il martedì mattina ero a scuola. Inseguivo il mio sogno, quotidianamente. Man mano che cresci ti accorgi però che le priorità nella vita, purtroppo, sono altre. Sono orgoglioso di ogni mia scelta fatta. Non ho nessun rimpianto. Ho fatto parte di una vera e propria famiglia. Stasera non appena ho varcato la porta dello spogliatoio per venire via mi sono passati davanti tutti e 7 i meravigliosi anni in un secondo. Ci tengo a ringraziare i miei genitori, mia madre perché ogni santo giorno mi accompagnava senza mai dare a vedere la fatica che faceva, e mio padre per il sostegno sia morale che economico. Voglio ringraziare i miei fratelli per aver portato via loro molte cose, a partire dalla mamma (forse facendo un favore) fino ad arrivare alla macchina. Sto scrivendo quello che mi passa per la testa in questo ultimo viaggio di ritorno, trascorso completamente in silenzio. Voglio ringraziare ogni componente della società, ogni allenatore per avermi dato la possibilità di migliorare e ogni compagno di squadra che mi ha stimolato a migliorare e a continuare a combattere anche negli innumerevoli momenti di difficoltà. Tutto ha una fine. Il cordone ombelicale purtroppo prima o poi deve essere tagliato. È giunto il momento. Grazie Don Bosco. Grazie alla mia seconda famiglia.

Pallacanestro Don Bosco