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Bulls Q&A, il dietro le quinte del mondo San Giobbe


Primo appuntamento con il format Q&A che va ad analizzare tutto quello che c’è ma non si vede nel mondo dell’Umana San Giobbe Basket. Pensieri, parole, curiosità e aneddoti chiesti a chi non appare in prima linea, ma risulta fondamentale per il progetto. Un format per scoprire, a trecentosessanta gradi, la realtà biancorossa. Dalla prima squadra alle giovanili.
D: Ciao Catia, com’è andata questa esperienza a Chiusi, dove hai anche ricoperto il ruolo di dirigente?
R: È stata veramente una bella esperienza. In primis per i ragazzi, che hanno avuto la grandissima opportunità di giocare in una bella realtà, nella quale hanno trovato una società che li ha sempre supportati e gli ha offerto grandi possibilità di crescita. Io ho svolto il ruolo di dirigente accompagnatore e sono stata veramente orgogliosa di rappresentare la San Giobbe sui campi da gioco. Un’esperienza importante che mi ha permesso di vedere il basket anche da un altro lato; non solo quello del genitore appassionato, ma mi ha fatto capire anche un po’ più di tecnica. Per questo vi ringrazio.
D: Ti piace il progetto della San Giobbe?
R: Sì, mi piace molto. Un bellissimo progetto che mette i ragazzi al centro. Sono seguiti da uno staff molto preparato, sempre disponibile, che crede in loro e che gli sta dando veramente grandi opportunità di crescita sia sul campo che fuori. Impegno, disciplina, serietà e confronto sono una scuola di vita e questo a mio avviso è il grande valore dello sport. Il progetto San Giobbe lo racchiude perfettamente, essendo molto ben pensato e organizzato, tutti i ruoli sono in perfetto equilibrio.
D: Chiudiamo con una domanda indiscreta, se possiamo e se puoi rispondere. Ti rivedremo con tuo figlio Simone l’anno prossimo a Chiusi?
R: Assolutamente sì!

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