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Coach Cioni: siamo ancora fragili


Dopo la sconfitta di Desio l'analisi del tecnico. "Abbiamo sbagliato cose inimmaginabili, ma in attacco dobbiamo giocare insieme. I problemi fisici non ci hanno aiutato nel lavoro. Voglio facce diverse"
Eravamo abituati ad un’Use Rosa Scotti quasi sempre vincente e quando Alessio Cioni diceva che il girone di quest’anno non è nemmeno lontano parente di quello dell’anno scorso c’era magari chi pensava che fosse la classica scaramanzia da allenatori. Se San Giovanni non era bastata, ci hanno pensato le volpi di Giussano a dare concretezza a quanto il coach diceva e la sconfitta sul campo lombardo, seconda consecutiva, più che un campanello d’allarme deve essere letto come un’altra tappa nel processo di crescita di una squadra che deve ancora trovare la sua anima e le sue certezze. “Siamo una squadra ancora in costruzione – attacca il tecnico biancorosso – ed abbiamo fragilità evidenti quando le cose non vanno. A Desio è successo nel terzo periodo e forse la vittoria con Costa ci ha fatto interrompere questo percorso di crescita facendoci credere che fossimo già pronte. Nelle ultime due settimane nelle quali avevamo bisogno di lavorare in un certo modo questo non è stato possibile. Non ci siamo mai potute allenare come volevamo per problemi vari e, se non lavoriamo con tutte le effettive che ho a disposizione, tutto diventa difficile. Non è una scusante, perché mi aspetto anche qualcosa di più a livello di facce ed atteggiamenti specie nei momenti difficili. Il mio è un discorso globale che consente anche di giudicare la partita di sabato”. “Abbiamo giocato bene nella prima metà – prosegue - dove, se non avessimo sbagliato l’impossibile, saremmo state avanti nel punteggio con un margine ben più ampio. Poi, in quella fase in cui abbiamo incassato il 17-0 di parziale, abbiamo affrettato e sbagliato cose inimmaginabili, come tiri aperti ed appoggi da sotto. Il tutto perché siamo state ancora una volta fragili. Le certezze si acquisiscono difendendo forte e, se questo lo abbiamo capito, essere più concrete e giocare insieme lo dobbiamo ancora capire”.

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