Memorial Barbara Costa, i pensieri delle ex compagne e amiche
Una bellissima serata sportiva e sociale quella di ieri, al I Trofeo Carismi, organizzata dal Basket Le Mura nel ricordo di una persona speciale, Barbara Costa.
Ex giocatrice di basket, sempre nel cuore di molte compagne di squadra, avversarie e amiche che, oltre ad essere presenti ieri sera al Palazzetto, hanno voluto lasciare un pensiero per ricordare i momenti trascorsi con Barbara fuori e dentro il campo.
A loro e alla famiglia di Barbara va il nostro più sincero ringraziamento.
Il ricordo dell’amica d’infanzia Betty Mariani: “Ci siamo conosciute da bambine (le nostre mamme erano amiche) e abbiamo passato insieme l’infanzia, l’adolescenza: era l’amica con la A maiuscola, era il mio mito. Baby era bellissima dentro e fuori, generosa disponibile allegra altruista. Con lei passavo pomeriggi interi a giocare, con lei ho condiviso risate e lacrime. Sapevo che su lei ci potevo contare. Sempre. Un bel giorno mi propose di andar e insieme a lei a giocare a basket e io la seguì: subito capii che nonostante i suoi sforzi e il tentativo suo di aiutarmi non ce l’avrei mai fatta: lei aveva nel sangue quello sport, era alta atletica veloce, io piccolina mi sono dovuta arrendere… L’ho vista crescere nella sua passione, l’ho applaudita nei suo successi, dalla A.S. Lucca alla Standa il passo è stato breve: baby è diventata una campionessa, la mia campionessa, si è trasferita a Milano, è diventata famosa ma sempre quando tornava a Lucca eravamo le amiche di sempre, non aveva perso la sua semplicità , la sua freschezza, la sua generosità . Il basket e lei erano una cosa sola, ma tanto quanto era forte quando era in campo altrettanto lo è stata nella vita.. Adorava i suoi cuccioli Rebecca e Vanni. Per loro è stata una mamma speciale come per me un amica speciale: campionessa nello sport e nella vita. Per me è stata una fortuna conoscerti, grazie baby.. A presto”.
Patrizia Lucarini, giocatrice A.S.Lucca: “Barbara, una cascata di emozioni, di ricordi tutti “belli spietati” come lei; la penso e subito vedo i suoi occhi mobili vivaci intelligentissimi splendenti su un volto che d’estate le lentiggini illuminavano anziché scurire. Bellissima era soprattutto nell’anima: generosa spontanea caparbia fino alla cocciutaggine: come si esprimeva sul campo così ha vissuto: voleva sempre vincere, ma mai umiliare, poiché conosceva bene le sconfitte sia in campo che nella vita e aveva il massimo rispetto per i piu’ deboli. Per qualche anno abbiamo giocato assieme, ma poi era troppo più brava di me e non ce l’ho fatta a starle dietro; ma non ci siamo mai perse di vista e le nostre vite si sono intrecciate da ragazzine da donne da mogli e mamme; ci siamo sempre shekerate l’un l’altra, così che un po’ di lei è dentro di me”.
Patrizia Martini, giocatrice Cucirini: “Ricordo i derby Cucirini-As Lucca come vere e proprie battaglie, giocate sotto il sole o sotto la pioggia, ma con l’unico obiettivo di avere la meglio sull’avversario. Io e Barbara avevamo un pò lo stesso modo di giocare, forti fisicamente e mai dome. Ricordo un torneo giocato insieme e vinto, ero in prestito all’As Lucca, e qui sono riuscita a scoprire anche la Barbara compagna di squadra, una persona eccezionale, generosa e leale”.
Giovanna Desideri, compagna nelle giovanili: “Baby compagna di squadra e soprattutto amica del cuore, con la sua determinazione e voglia di vincere riusciva a trascinarci in imprese ritenute impossibili come quella del 1969 quando abbiamo vinto il titolo di campione italiano Juniores. Indimenticabile, la ricordo con infinito affetto”.
Mabel Bocchi, conosciuta a Sesto San Giovanni:“Baby ed io abbiamo contemporaneamente una pensatona: perché non andiamo a Monaco a vedere le Olimpiadi ? Mio padre si offre di accompagnarci e il viaggio in auto procede benissimo, finché ormai prossimi alla meta, sentiamo alla radio che un commando dell’organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero aveva fatto irruzione all’interno del villaggio olimpico negli alloggi destinati agli atleti israeliani, uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. Ovviamente questo massacro (in seguito furono uccisi anche i nove ostaggi) ci preoccupa non poco, ma decidiamo di proseguire. Arriviamo a Monaco verso sera, non un’anima per strada, e noi che non sappiamo assolutamente dove si trovasse il villaggio olimpico. Vaghiamo per un bel po’, finché finalmente incontriamo un vecchio signore con un cane lupo. Ci fermiamo per chiedere informazioni nelle poche lingue che conosciamo, e naturalmente tra queste non c’è il tedesco. Ma il vecchio signore ci capisce e, addirittura, si offre di accompagnarci sino alla meta. Sale in macchina con il suo bellissimo cane e ci accorgiamo che è totalmente cieco. A questo punto ci sentiamo un po’ presi in giro, ma accettiamo la scommessa, soprattutto perché tutti e tre adoriamo i cani. Ebbene, da non crederci, il vecchio signore, dopo avere percorso diversi chilometri, dandoci indicazioni perfette, ci accompagna sino all’ingresso del villaggio. Davanti alle barrire di ingresso il caos. Polizia, forze armate speciali mascherate, tutti armati sino ai denti. E’ impossibile entrare! Ma Baby, con la sua intraprendenza, si può dire senza offenderla, faccia tosta, decide di scendere dalla macchina per parlare a quello che sembrava il capo. Ancora oggi, non so cosa gli abbia raccontato e in quale lingua, ma sta di fatto che, unici tra tutte le persone motorizzate o a piedi, siamo riusciti a entrare. Baby non ci ha mai voluto dire come cavolo ha fatto. Ma di Baby ce n’è una sola!!!!
Paola Domenici, compagna di squadra a San Donato: “E’ settembre (anno 1978/1979) ed è tempo di ritrovarsi per iniziare una nuova stagione di allenamenti e partite. L’appuntamento è a San Donato, negli spogliatoi di fronte al mitico campo da basket all’aperto. E quest’anno la novità è veramente grande per l’ambiente familiare del Centro Sport San Donato. E’ tornata a Lucca, dopo mille belle avventure in serie A, indossando la maglia della Nazionale, la stella del basket Baby Barbara Costa! Ci viene presentata dai cari coniugi Parca, grandi appassionati della palla a spicchi e dirigenti della nostra società : “Quest’anno sarà lei ad allenare il settore giovanile femminile” ci dicono entusiasti. Noi ragazzine di 13-14 anni, alle prime esperienze cestistiche, siamo strafelici per questa bella ed inattesa novità , ma al tempo stesso intimorite ed anche prevenute.
Ci basterà davvero poco però per capire che la bella, fascinosa e decisa Barbara, spesso con la sua inseparabile sigarettina fra le dita, ce la sa fare proprio con tutti! Entra subito in sintonia con la dirigenza ed, in men che non si dica, amica-allenatrice di tutte noi giocatrici, trasmettendoci la sua innata passione per il basket in maniera veramente esemplare. Il passaggio da allenatrice a nostra compagna di squadra è rapido e giocare con lei in serie C-Gelax è, per noi più giovani, motivo di grande soddisfazione, traguardo inaspettato e davvero impegnativo; sì perchè Barbara ribalta in campo il suo carattere estroverso, eclettico, stravagante e le sue giocate e i suoi passaggi imprevisti a volte ci colgono di sorpresa. (Vedere giocare Vanni e Rebecca, I suoi bellissimi figli, quanto me la ricordano!).
Tutte noi (non faccio nomi per paura di dimenticarne qualcuna, ma spero di vedervi numerose in occasione di questa bella festa a lei dedicata) abbiamo bellissimi ricordi di trasferte vicine e lontane spesso in pullman o in treno, con tanto di tifo al seguito; e quante cene e serate in pizzeria!
Nel 1987 arriva infine anche il grande risultato! Barbara, che ha ormai deciso di appendere le scarpette al chiodo, vuole togliersi un’altra bella soddisfazione e con un gruppo di brave atlete ma non certo purosangue (di cui faccio anche io parte) raggiunge l’ambita serie B! Ricordo ancora gli stornelli che in occasione della festa promozione le dedicammo: BELLA E BRAVA ALLENATRICE CHE VUOL FARE SPESSO L’ATTRICE E TALVOLTA NEL GIOCARE FA GLI SCHEMI IMPROVVISARE!
Grazie Barbara, sei stata grande, indimenticabile e carissima amica. Lo devo anche a te se ho trasmesso ai miei ragazzi la passione per questo bellissimo sport!”.
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