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Coach Angelucci: “Lavoro duro e divertimento, questa la miscela per creare un grande gruppo”

Inizia il nuovo ciclo per la Pallacanestro Empoli sotto la conduzione di Massimo Angelucci che ho incontrato per conoscere le sue prime sensazioni verso la nuova societa':
DC-Salve Coach Angelucci, come ha saputo dell’interessamento nei suoi confronti da parte della Pallacanestro Empoli?
MA-E’ stato tramite il mio procuratore che parlando con il Team Manager Roberto Mencherini, mi ha fatto sapere di questo interessamento da parte della societa’ che mi avrebbe voluto incontrare per parlare e vedere se ci fosse stata la possibilita’ di lavorare insieme, cosa che mi ha fatto da subito piacere. Ci siamo cosi’ incontrati e guardati negli occhi, trovandoci daccordo da subito. C’è da dire che Roberto lo conoscevo gia’ da tempo e questo ha facilitato l’accordo da entrambe le parti.
DC-Nella stagione passata avra’ visto sicuramente qualche partita giocata dalla nostra squadra: quali le sono sembrati i punti di forza e i punti deboli di questo gruppo?
MA-Non sono venuto tantissime volte, pero’ sono stato presente durante una delle prime partite di campionato e poi alla fine, ovvero alla prima partita degli spareggi con Terranuova. Ho visto una squadra dal buonissimo potenziale, con giocatori importanti e tra virgolette “navigati” se mi si passa il termine. Non so cosa possa essere successo durante l’anno, non sempre le stagioni viaggiano in maniera che tutti i giocatori riescano ad esprimersi al massimo del proprio potenziale e mi ha lasciato un po’ perplesso che una squadra del genere si sia ritrovata a doversi giocare uno spareggio per la permanenza in categoria, pero’ ripeto, ogni annata fa storia a se e le variabili in negativo o positivo sono parecchie, sfortuna, problematiche di assemblamento di squadra, qualche partita storta che puo’ generare situazioni difficilmente recuperabili. Credo anche che l’essere riusciti a restare nella categoria, sia stato un ottimo traguardo anche quello…e non è poco.
DC-Certo l’esperienza non le manca; quali sono state le piu’ grandi soddisfazioni nella sua carriera da allenatore?
MA-Soddisfazione piu’ grande, aldila’ di quelle che possono essere state vittorie sul campo e cosi’ via, è il rapporto che ho instaurato con tutti i giocatori che ho allenato. Cio’ che ti rimane delle persone oltre che dei giocatori, dei collaboratori che ho avuto sul campo è la soddisfazione piu’ bella. Riincontrare e mantenere i rapporti con le persone con cui sei stato insieme che quando ti ritrovi e ti guardi negli occhi e c’è un rammarico per quello che non c’è piu’, è una sensazione bellissima. Poi soddisfazioni prettamente sportive ne ho avute tante, dalla vittoria del campionato di serie C con Montecatini, alla conquista della Coppa di Lega in una stagione bellissima, quindi sempre a Montecatini una salvezza in B ai PlayOut, la soddisfazione di allenare in Legadue, pero’ alla fine se devo scegliere preferisco sempre il rapporto tra me e i miei giocatori, perche’ cio’ che ti resta dentro è sempre la cosa piu’ bella, la vittoria piu’ grande!
DC-In relazione proprio a tutti questi atleti, qual’è stato secondo lei, il giocatore piu’ forte che ha allenato?
MA-Beh, la risporta è relativamente facile, ho avuto la fortuna di allenare, anche se alla fine della sua carriera, Andrea Niccolai, un Campione sotto tutti i punti di vista, poi anche altri giocatori di altissimo livello quali Davide Bonora sempre a Montecatini, un professionista strepitoso, un ragazzo che ha vinto campionati europei che ha fatto ogni sorta di manifestazione cestistica a livello mondiale, capace di commuoversi per aver vinto insieme un campionato di C e Coppa di Lega, quindi da questo si puo’ capire il valore di un grande uomo di sport, che nonostante non fosse fisicamente un colosso è arrivato a traguardi di carriera altissimi. Mi sento di fare questi due nomi anche se ce ne sarebbero tantissimi altri da menzionare con i quali ho avuto il grandissimo piacere di incrociare la mia carriera.
DC-Quali sono secondo lei, le regole da stabilire subito quando si inizia a lavorare con un nuovo gruppo di atleti?
MA-Innanzitutto il feeling sul campo e fondamentalmente tener presente che questo è un gioco, che lo si faccia in maniera professionistica o professionale, resta sempre un gioco, quindi l’aspetto ludico è fondamentale ed in palestra ci dobbiamo aiutare per divertirci insieme. Credo che nel corso dell’anno si fara’ tanta fatica e ci sara’ tanto sudore, ma se tutto questo sara’ fatto con la mentalita’ giusta, sara’ un bel divertimento, al contrario se facessimo poca fatica potrebbe diventare di un pesante devastante. Io dovro’ aiutare i giocatori e di conseguenza loro dovranno aiutare me ad aiutarli a far si che il tempo che si passera’ in palestra sia veramente un grande divertimento, perche’ senza di questo non si va da nessuna parte.
DC-Quindi , una “chimica di gruppo” che si instaura tramite una fase ludica essenziale?
MA-Certo, anche perche’ poi in campo dovremmo essere un corpo unico, sia i giocatori che lo staff per remare tutti insieme verso un unico obbiettivo, sempre e comunque divertendosi!
DC-Che caratteristiche devono avere dei giocatori che possono far bene in una categoria come la C Gold?
MA-Innanzitutto la voglia di mettersi in gioco ogni giorno in palestra, perche’ poi alla fine quello che andiamo a fare sul campo è lo specchio di cio’ che facciamo durante la settimana in palestra, quindi se riusciamo a fare un lavoro adeguato, poi potremo dare il cento per cento. La voglia di venire ad allenarsi, riallacciandosi a cio’ che abbiamo detto prima, divertendosi e mettersi in gioco ogni volta che si scende in campo, quindi, intensita’, energia, che senza il divertimento non ci possono essere ed una forte aggregazione e spirito di squadra, poiche’ essendo uno sport di squadra, si vince e si perde, si ride e si piange tutti insieme. Il senso di appartenenza è una caratteristica che va oltre le qualita’ fisiche e tecniche di ogni giocatore.
DC-Qual’è la filosofia di gioco sul campo che vorrebbe trasmettere alla squadra?
MA-Un gioco basato essenzialmente sulla velocita’, basato molto sull’intensita’ e sull’energia. Una pallacanestro fatta pensando ma in maniera molto rapida, molto “in corsa”, provando a correre il campo su ogni azione, poi se ce la fai a concludere in cinque secondi, bene, ma anche se la concludi al ventitreesimo va bene lo stesso, pero’ anche con grande aggressivita’ attaccando. Per coerenza vorrei la stessa cosa anche in fase difensiva, dato che la pallacanestro che amo giocare è a tutto campo offensiva ed a tutto campo difensiva. Quando siamo in possesso palla, anche se a venti metri dal canestro, siamo in attacco, quando invece non abbiamo il possesso palla, anche se siamo a venti metri dall’area di difesa, siamo in fase difensiva, quindi una pallacanestro totale sia in attacco che in difesa per una coerenza di sistema.
DC-Quindi un gioco che si sviluppera’ con un grande dispendio di energie da parte degli atleti?
MA-Assolutamente si, anche perche’, visto che si prospetta un roster abbastanza giovane, penso che dovra’ essere una priorita’ quella di porsi nell’ottica di andare a mille all’ora, per uscire dal campo avendo dato anche l’ultima goccia di sudore, anche perche’ terminare una partita in queste condizioni da assolutamente una grande soddisfazione, perche’ sei consapevole del fatrto che tutto quello che avevi lo hai dato e di conseguenza non avrai mai grandi rimproveri da farti, al contrario uscendo senza aver dato il massimo ti lascia sempre quell’amaro in bocca della serie, “avrei potuto, ma invece…” che è bene non avere.
DC-Lei Empolese Doc, con un passato biancorosso USE, che effetto le fa essere passato alla sponda biancoblu’ di Empoli?
MA-Nulla di che’, questa in fondo è la mia professione, sono abituato a spostarmi. Da empolese ho sempre guardato alla realta’ Pallacanestro Empoli fin da quando ero bimbo, avendo avuto la fortuna di conoscere questa societa’ da appena nata, quindi ho conosciuto uno dei suoi fondatori, ovvero Beppe Carli per il quale ho sempre avuto grande stima e rispetto per cio’ che ha fatto perche’ l’ho sempre considerato un uomo di pallacanestro ed un amante della pallacanestro vera che girando in tante societa’ ho trovato veramente in rare occasioni, per cui, ho sempre guardato verso la Pallacanestro Empoli con grande rispetto e per certi versi con grande ammirazione, oltre ad avere tra giocatori, dirigenti ed allenatori passati di qua, tanti amici. Sono contentissimo di venire a vivere la pallacanestro in prima persona anche su questo lato di Empoli, che da un certo punto di vista mi era abbastanza conosciuto dal di fuori ma sconosciuto dall’interno.
DC-Che augurio si fa a se stesso e hai ragazzi per questa stagione prossima in cui siedera’ sulla panchina della LAI Pallacanestro Empoli?
MA-Mi auguro e auguro a loro, quello che è stato un po’ il filo conduttore di questa nostra chiacchierata, ovvero di divertirci il piu’ possibile insieme e sopratutto di far divertire la gente che verra’ a vederci, sperando di portare anche un po’ di pubblico nuovo perche’ magari con il passaparola chi si diverte ci possa fare una buona pubblicita’ verso altri appassionati di basket, per creare un buon clima che possa gratificare tutti quelli che parteciperanno alle nostre partite, sia come attori che come spettatori. Ho avuto l’impressione di scambiare due chiacchiere con un amico di vecchia data, una persona cordiale e sincera, una persona che ama profondamente lo sport basket, che ha ben chiaro in testa come viverlo, proporlo e trasmetterlo, una persona con un bagaglio d’esperienza preziosissima per i giovani e con una voglia di mettersi in gioco essenziale anche per i “meno” giovani, probabilmente la persona adatta per iniziare un nuovo percorso alla Pallacanestro Empoli. In bocca al lupo Coach Angelucci!!